Sovranità, libertà, piena
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Giulio Betti e Marco Cavedon, postato il 27/02/2017). Prima parte. Di Giulio Betti. NESSUNA
SOLUZIONE DENTRO EURO E UNIONE EUROPEA - DISTRUGGERLE E TORNARE LIBERI. "Ma perchè uscire dall'euro? Non potremmo
semplicemente allentare il deficit e sforare il 3%?" Spesso sentiamo domande come queste, provenienti in
molti casi da persone disinformate, o peggio ancora da persone informate ma
paurose di prendere posizioni che potrebbero essere giudicate estremiste.
Quella di sforare il limite del 3% del rapporto deficit/pil (portato in
realtà allo 0,5% dal trattato Fiscal Compact) è una soluzione ridicola,
addirittura difficilmente classificabile come "soluzione". Prima di
tutto questa ipotesi manterrebbe in vita l'Euro, moneta straniera della quale
le nazioni ex-sovrane dovrebbero continuare ad approvvigionarsi ricorrendo
alle grandi istituzioni finanziarie private, in quanto il monopolio
dell'emissione rimarrebbe saldamente nelle mani di un'entità terza, ovvero la
Banca Centrale Europea. Tutto ciò in barba ai principi fondamentali della nostra carta Costituzionale, i quali non
prevedono che funzioni fondamentali come l'emissione monetaria siano affidati
ad istituzioni diverse da quelle della Repubblica e non soggette ad un
controllo di legittimità democratica, come avviene per la Bce. Infatti la Bce
ha come caratteristica fondamentale l'indipendenza nello svolgimento delle
sue funzioni, ovvero non è possibile influenzare direttamente la sua attività
tramite richieste, raccomandazioni o sollecitazioni provenienti da organi
esterni. Tutto ciò è profondamente antidemocratico e irrispettoso della
volontà, legittima, di ciascun popolo, di voler determinare quali politiche
attuare nei propri territori. La Bce e la
Commissione Europea non hanno nessun interesse a concedere allentamenti del
deficit a nazioni come l'Italia, se non a seguito di pesanti riforme dei
salari e del mondo del lavoro, tipo
quello che è successo in Spagna. L'obiettivo di Bce e Commissione Europea non
è la ripresa economica, una ripresa economica che determini un aumento
successivo dei salari e condizioni di vita migliori delle popolazioni. Tutto
ciò che conta è evitare spinte inflattive, che poi il vostro lavoro e il
vostro reddito siano distrutti, per loro non conta! Non vedete che fine hanno
fatto i capi di governo che in questi anni volevano far "cambiare
verso" all'Europa? Questo dovrebbe ormai essere chiaro da un pezzo, ma
evidentemente ancora non lo è! Ma anche ammesso che ci concedessero per miracolo un
allentamento del deficit, la famosa flessibilità sui conti pubblici, cosa
succederebbe nei paesi del sud Europa? Restando nell'euro, moneta straniera,
valutata secondo autorevoli studi troppo forte per i paesi del sud Europa e
troppo debole per quelli del nord, accadrebbe che il denaro rimasto in circolo grazie al maggior deficit verrebbe speso
in beni e servizi provenienti dai paesi del nord Europa, resi convenienti
per i cittadini del sud rispetto ai beni e servizi nazionali proprio dalle
dinamiche della moneta unica. Esattamente ciò che è successo dall'introduzione
dell'Euro fino allo scoppio della crisi del 2008: grazie all'uso di una
moneta più forte rispetto a peso, dracma o lira è diventato più conveniente
comprare auto, elettrodomestici e persino prodotti alimentari esteri! Anche
andare a fare le vacanze all'estero è diventato più conveniente, rispetto a
farle in Sardegna! Quindi un maggior deficit senza moneta nazionale,
all'interno di un sistema di cambi fissi, acuirebbe solamente gli squilibri
che già sono presenti in Eurozona. Lo stato ex-sovrano non potrebbe comunque
fare politiche di sostegno ai salari, pena un incremento esponenziale delle
importazioni, che non costituirebbe
neanche un problema con valuta nazionale in tasso di cambio flessibile, ma
con la moneta estera Euro sì. E se qualche anno dopo che la Bce ci ha concesso
miracolosamente l'aumento del deficit, ci ripensano? Mi immagino già la scena
"Ok avete fatto deficit per 2-3 anni, adesso tornare a fare pareggio di
bilancio". Saremmo di nuovo punto e a capo. Di nuovo a cercare improbabili
soluzioni. Lasciamo poi stare proposte come quelle di
Quantitative Easing for People o fantascientifiche allocazioni di risorse
finanziarie per creare posti di lavoro da parte della Bce, perchè queste
proposte presuppongono un'errata comprensione del mandato e dello svolgimento
delle funzioni della Bce stessa, come sopra analizzato. Queste sono tutte proposte placebo. Sono perdite di tempo e gimcane
assurde, mentre in Europa i popoli ex-sovrani sono decimati, affamati e senza
futuro a causa dei trattati europei. E
noi dovremmo andare ad elemosinare qualche spicciolo alle stesse istituzioni
che ci hanno distrutto lavoro, salario e vita ? Andare a contrattare
"migliori condizioni da prigionieri"? No signori, non è questa la
strada. Dobbiamo uscire dalla prigione e riprenderci la libertà, la nostra
sovranità. Per i governi, nelle crisi con i gruppi terroristici, regna una
regola aurea: "non si tratta con i terroristi". Ebbene, allo stesso
modo io dico "non si tratta con chi vuole vederti crepare, non si tratta
con la Bce e la Commissione Europea!" L'Ue è la mannaia che maciulla i
nostri diritti, la nostra dignità come popoli delle nazioni europee. Proporre
soluzioni che mantengono in vita le istituzioni Ue è vergognosamente
antidemocratico, e chi le propone per quanto mi riguarda è mio nemico! Lascio
volentieri ai moderati queste non-soluzioni, io ripeto a gran voce "USCIRE DALL'EURO E DALL'UNIONE EUROPEA
ORA !!" Tutto il resto son prese per il culo. Non cascateci. Seconda
parte. Di Marco Cavedon. Perché "trattare" con L'Europa per risolvere il problema
dell'attuale architettura dell'euro è sbagliato. 1) Manca totalmente in questa visione il concetto di quello che la UE è
veramente, di
come è stata creata e portata avanti e cioè nel totale disprezzo di diritti
umani fondamentali quali l'autodeterminazione dei popoli e il concetto stesso
di democrazia. 2) Ma non potremmo lanciare un ultimatum all'UE di pochi mesi per
aumentare il limite di spesa a deficit? Stiamo parlando di trattare con una istituzione fondata sul neoliberismo, in completa antitesi con i principi fondamentali
della Costituzione Italiana. Legittimare ulteriori trattative (per quanto in
extremis) significa di fatto legittimare tutti quei movimenti politici che
si definiscono europeisti ma che in qualche modo (nemmeno loro dicono bene come)
vogliono cambiare questa Europa e alzano la voce per farlo credere senza poi
essere disposti veramente ad uscirne nel caso il risultato non sia conseguito.
Nel corso delle trattative si mette sempre su un piatto qualcosa mentre
dall'altra parte si mette qualcos'altro e il risultato finale non è
garantito. Nello specifico, cambiare le regole di spesa a deficit non
comporta una semplice "collaborazione" con gli altri paesi UE per
attuare diverse politiche, quanto la riscrittura dei trattati fondanti di questa
Unione nonchè il dover spiegare politicamente alla cittadinanza tutta il
perchè finora si è considerato il debito pubblico un problema, quando in
verità è divenuto tale solo grazie a questi stessi trattati - politicamente
improponibile. Inoltre continuare a legittimare le forze politiche che (a
parole) dicono di voler riformare l'UE significa con ogni probabilità perdere
ulteriore tempo, in quanto questi movimenti parlano più per convenienza
politica che per reale voglia di risolvere i problemi; basta guardare a come
è stato salutato il "piano Junker" per gli investimenti o la stessa
Banking Union, che in realtà ha creato problemi al posto di risolverli. 3) L'aspetto morale e politico. Una Unione Europea nata su questi presupposti e portata avanti in questo
modo, al di là della questione "riformabilità" moralmente non
merita di sopravvivere.
Continuare a legittimare un'istituzione nata dal neoliberismo mascherato di
"pace e solidarietà" significa criminalizzare con un fare
oscurantista il diritto dei popoli a vivere liberi e a determinare le
politiche economiche più adatte alla propria situazione specifica. Inoltre,
sul piatto delle trattative di cui sopra ci potranno essere chieste ulteriori
cessioni di sovranità alle quali la nostra classe politica difficilmente
saprà opporsi, in quanto, come noto, più
le istituzioni sono centralizzate e lontane dalle singole comunità e nazioni,
più essa si sente al riparo dal processo elettorale (e anche qui le
citazioni si sprecano). E se in settant'anni le istituzioni europee non hanno
dimostrato di voler risolvere i problemi (anzi li hanno creati), figuriamoci
se lo potranno fare dopo che avremo dato loro ancora più potere. Il ministro
delle finanze tedesco Schauble
già ha chiesto la completa cessione di sovranità fiscale a livello centrale (dipinta da molte forze politiche italiane in modo
trasversale come una soluzione di per sè al problema), ma non certo per
applicare spesa in deficit o comunque aiutare le varie economie europee in
modo equo. 4) E ma se si vuole tornare subito ad una valuta nazionale allora si è
brutti, cattivi, fascisti ed isolazionisti. Il difendere la sovranità del proprio popolo è un diritto umano
fondamentale che non implica affatto il non voler collaborare o vivere in
pace con gli altri. Ad
esempio il movimento sovranista italiano di Salvini e Meloni propone una
trattativa con gli altri paesi UE per tornare ciascuno alle proprie valute
nel modo più indolore possibile. Quindi non è vero che per collaborare con
gli altri bisogna per forza cedere sovranità e avere una moneta unica, questa
è un'emerita sciocchezza. La nostra
Costituzione inoltre parla di limitazioni di sovranità e mai di cessioni,
ma in condizioni di parità con gli altri stati, per fini di pace e sempre nel
rispetto di regole internazionali generalmente accettate (il che esclude le
regole UE che si applicano alla sola Europa e non in modo uniforme): ne
consegue che l'attuale adesione ai
trattati UE da parte dell'Italia è del tutto illegittima e incostituzionale. 5) Anche da parte di chi vuole costruire veramente un'Europa superstato
federale, si permane comunque nell'errore di voler partire dal tetto, non dalle basi mediante condivisione di valori di
fondo, mentalità, modello economico, stile di vita, simboli, cultura e
tradizioni e se nella Costituzione Europea bocciata nel 2005 non si è voluto
nemmeno inserire il riferimento alle nostre radici cristiane, mi pare che al
momento non ci siamo proprio. Questo percorso dovrebbe comunque essere
seguito senza fanatismi e nel rispetto comunque delle diversità e delle
libertà delle nazioni, perchè la pluralità di culture e modelli è una
ricchezza e la loro applicazione e confronto in diversi contesti può essere
d'aiuto a tutti al fine di rendersi conto dei propri limiti e prendere
esempio dagli errori e dalle virtù propri e altrui. In nessun "Vangelo" sta scritto che l'Europa deve diventare
per forza un'unica nazione. Motivo per cui, sono orgogliosamente anti euro ed UE ma non
anti europeo e isolazionista ! Clicca
qui per scaricare il pdf. Comment
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