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Il mostro dell’Eurozona. (di Cavedon Marco). Vi fu un tempo in cui la ricchezza era detenuta al 99 per cento nelle mani di pochissimi individui. Queste persone regnavano su sterminate masse di indigenti dall’alto dei loro castelli, delle loro sontuose regge e la maggior parte della gente era considerata alla stregua di bestie, se non addirittura peggio. E’ la triste storia del genere umano, praticamente immutata da oltre 5.000 anni di cosiddetta civiltà, fino a giungere ai giorni nostri. Vi fu anche un tempo in cui legittimamente alcune persone si opposero a tutto questo ed iniziarono a propugnare le idee dei diritti, dell’uguaglianza, della libertà e della democrazia. Queste idee cominciarono a diffondersi a partire dalla Rivoluzione Francese e, dopo oltre un secolo di lotte e di tentativi di restaurazione che culminarono col Secondo Conflitto Mondiale, finalmente trionfò un modello che sembrava destinato a ricacciare le oligarchie e le elite che per secoli avevano regnato nelle tenebre da cui erano venute. Accadde una cosa unica nella storia, accadde che nacquero gli stati moderni democratici, le nazioni dei popoli, ciascuno indipendente, sovrano, ciascuno dotato di tre doti fondamentali: -) una costituzione con all’interno sanciti i sani principi dell’illuminismo e cioè del rispetto di tutti i cittadini, della loro libertà, della loro autodeterminazione in qualità di comunità, di popolo dotato di una sua identità, di sue tradizioni e della sua storia. -) la democrazia effettiva, tramite la quale finalmente si avviava un percorso di partecipazione popolare alle decisioni che avrebbero determinato il destino di ciascuno di noi. Il popolo finalmente padrone del suo futuro e della sua vita, al di là degli interessi delle elite che da secoli avevano sfruttato masse immani di diseredati unicamente per la loro rendita. -) ultima ma non meno importate: un popolo con una sua moneta che avrebbe potuto utilizzare potenzialmente (e con pochi e chiari limiti) in quantità pressoché illimitata semplicemente inventandosela dal nulla, mero mezzo finanziario per garantire a tutta la popolazione il pieno stato sociale, la piena occupazione, la piena disponibilità di beni e servizi per tutti, a partire da quelli essenziali. La cosiddetta gallina dalle uova d’oro. Ecco così nato il tridente (costituzione che sancisce i diritti umani, democrazia e moneta sovrana), con la quale i popoli finalmente si sono liberati dal giogo della storia oscura e drammatica del genere umano e finalmente riuscirono a cacciare le elite nelle tenebre di quella lunga epoca che ormai si credeva dimenticata. Ma le elite che fino allora avevano regnato, come avrebbero reagito di fronte all’avanzare di questo modello ? E’ perfettamente logico pensare (e storicamente è corretto) che costoro non si siano rassegnati. Chiaro che non potevano più utilizzare le segrete dei castelli, le impiccagioni sommarie in piazza e altri strumenti sulla stessa linea per tornare al potere, dovevano restare nascosti e giocare d’astuzia se volevano tornare al posto in cui erano e così hanno utilizzato l’arma migliore che avevano a disposizione, ossia l’economia, dalla quale deriva ogni altra cosa, deriva la nostra libertà, la nostra dignità. Cosa siamo infatti noi se non abbiamo un lavoro sicuro, una rendita sicura per tutelare la nostra famiglia e noi stessi ? E’ molto semplice, non siamo altro che schiavi esattamente come lo eravamo nell’antichità, servi delle nostre paure, delle nostre ansie per il futuro, della nostra precarietà, disposti anche a concertare sui nostri diritti, sul nostro benessere, sulle nostre condizioni di lavoro pur di cacciare i timori che le elite ci hanno imposto. E proprio questa è la storia odierna, almeno dall’inizio degli anni ’80 in poi. Le grandi elite, attraverso il pensiero economico neoclassico e neoliberista, che distrusse quello keynesiano e sociale, oggi ci hanno infatti tolto tutte le tre immense doti di cui sopra: -) la costituzione: di fatto le costituzioni degli stati europei sono oggi esautorate. L’Europa è a tutti gli effetti un super stato creato e gestito non dal basso, superiore alle leggi delle costituzioni nazionali nate e consolidatesi nel dopoguerra con i sani principi dell’illuminismo, della tutela dei diritti e della dignità delle persone. L’Unione Europea è un mostro senza precedenti, dove per vie subdole ma legali si sono imposte ai popoli restrizioni enormi alla loro libertà e alla loro autonomia, nel nome di una falsa ideologia, di una falsa retorica utopistica e mal gestita che pretende che un’unica politica centralista possa ugualmente fare il bene di popolazioni con storia, cultura ed economie agli antipodi e che non può far altro che favorire il potere dei paesi più forti economicamente e politicamente, dal momento in cui i più deboli sono privi degli strumenti per difendersi. Le elite realizzarono ciò a ragion veduta, dal momento in cui una gestione centralizzata a livello di super stato rende necessariamente la politica e la democrazia cose lontane dalla gente, dai loro reali bisogni a livello di realtà circoscritte in determinati contesti, particolarità e sensibilità che mai potrebbero essere colte ad un livello troppo elevato. I vincitori di questo sistema non potevano essere che le elite finanziarie e neomercantili, in grado con il loro potere di corrompere i governi e di indebolirli ulteriormente privando le nazioni della loro sovranità. -) la democrazia: oggi la democrazia nei paesi occidentali (ed ancor di più in quelli europei) non è altro che un mero termine retorico e politico, svuotato di ogni valore intrinseco al suo significato morale e storico. I popoli non decidono più del loro destino; a livello europeo gli stati sono completamente esautorati da una struttura centralista dove le diversità e le peculiarità dei diversi popoli (legittime) rendono impossibile una gestione coordinata di politiche per il pieno benessere di ciascuno e il potere è stato definitivamente preso dai grandi gruppi finanziari ed industriali che oggi governano il mondo. Basti pensare solo al fatto che, caso unico nella storia, in Europa le leggi vengono realizzate ed imposte agli stati da una commissione tecnica i cui membri vengono scelti in base a criteri di assoluta indipendenza nei confronti di qualsiasi paese e il parlamento europeo non è che un mero esecutore di questi interessi, con un potere decisionale praticamente inesistente. -) la moneta: la moneta che ci hanno imposto, ossia l’euro, è di fatto una moneta straniera per tutti gli stati europei, esattamente come se noi utilizzassimo per tutte le nostre spese i dollari o gli yen e ciò di nuovo nel mero interesse delle elite finanziarie e dei tecnocrati responsabili della creazione del disastro UE ed Eurozona. Uno stato che non può emettere la sua moneta è di fatto ridotto al rango del semplice cittadino senza lavoro e senza stipendio che è costretto a mantenere se stesso e la sua famiglia indebitandosi sempre di più. Così funziona l’euro, nacque dall’idea di un economista francese nel 1943 di nome Francois Perroux con il dichiarato intento di “togliere agli stati la loro ragion d’essere”, ma il suo funzionamento è anche insito nelle idee economiche neoclassiche e neoliberiste di politici, economisti e tecnocrati quali Jean Monnet, Robert Schuman, Friedrich August Von Hayek, che immaginavano una società in cui gli stati sarebbero stati messi da parte senza potersi intromettere nella sfera dell’industria privata, favorendo gli interessi del grande blocco neomercantile e neoliberista franco-tedesco, per creare un mercato di sbocco verso il sud Europa distruggendo le economie rivali ivi presenti e impedendo le svalutazioni competitive. L’economista francese Alain Parguez, uno dei massimi fondatori della rinomata scuola postkeynesiana del Circuitismo e consulente (poi diventato dissidente) di Francois Mitterand nel corso del processo di unificazione monetaria, riporta un’affermazione di un collega di nome Jacques Attalì, che in occasione di un colloquio privato affermò le seguenti testuali parole:” ma cosa credeva la plebaglia europea, che l’euro fosse stato fatto per la loro felicità ?”. Questi sono i tecnocrati che oggi ci governano a livello europeo e nazionale. Da tutto quanto sopra menzionato, si rifletta su chi sono infatti oggi i veri vincitori del sistema euro: -) i finanzieri e gli speculatori internazionali che si stanno arricchendo alle spalle dei popoli esautorati depredando con le politiche di austerità le ricchezze enormi costruite dal dopoguerra in poi e l’Italia, che con la lira era il primo paese al mondo per ricchezza delle famiglie (dati OCSE), è una delle massime mire di costoro. -) il blocco industriale franco tedesco (soprattutto tedesco dopo l’entrata nell’euro) che si è arricchito immensamente con le politiche di super export (finanziate barando sui parametri di Maastricht quando c’era ancora il marco) e impedendo le svalutazioni competitive ai paesi del sud Europa. -) le organizzazioni mondiali che raggruppano tutte le massime realtà di cui sopra, quali il Bilderberg, la Commissione Trilaterale ed il Group of Thirty, i cui massimi esponenti occupano oggi i principali ruoli all’interno degli organi legislativi europei, della BCE e delle banche centrali di tutto il mondo (sì, è un problema anche per la tanto rinomata FED degli Stati Uniti d’America che gli ottimisti europeisti vorrebbero adottare come modello nella proposta di una improbabile e comunque sempre imposta dall’alto riforma dell’attuale BCE). Come è stato possibile che un paese come il nostro, che uscì distrutto dalla seconda guerra mondiale, semi analfabeta, privo di grandi ricchezze e di risorse energetiche, sia diventato nel giro di 20 anni una delle massime potenze economiche mondiali ? Esattamente grazie alla sua moneta sovrana che poteva liberamente “inventarsi” dal nulla e spendere per noi settore non governativo, per creare domanda aggregata, la quale crea offerta, che crea industrie, che creano lavoro, che creano reddito, che però alimenta ancora di più l’offerta… il cosiddetto circolo virtuoso che ci ha portati ad essere il paese più ricco al mondo nella decade 1980 – 1990, con oltre il 25% di risparmio privato sul reddito annuale delle famiglie (dati OCSE) nonostante l’alta inflazione dovuta agli shock petroliferi e che, si badi bene, è la ricchezza che ancora oggi ci impedisce di finire come lo Zimbabwe. Lo stato cartalisticamente in quegli anni ha fatto una cosa che oggi parrebbe pura eresia, ossia, ha speso a deficit, cioè di più di quanto tassava, generando un debito pubblico che però, in quanto il denaro in primis era sempre emesso dallo stato, era solamente un numero che stava dentro il conto del Ministero del Tesoro presso Banca Italia e che non rappresentava affatto un reale problema, anzi. Titoli e tasse sono stati sempre sostanzialmente i primi un mero strumento volontario per il controllo del tasso di interesse interbancario a breve termine, le seconde uno strumento di politica fiscale per controllare la domanda aggregata in modo che questa mai potesse superare la piena capacità produttiva del nostro sistema economico (potenziale causa d’inflazione). Gli studi di moltissimi fra i più rinomati macroeconomisti mondiali, tra cui quelli della Modern Money Theory dai quali derivano molte informazioni di questo documento, dimostrano infatti che uno stato a moneta sovrana non può matematicamente finanziarsi con emissioni di titoli e tassando, anche solo per il semplice motivo che non può drenare il denaro dal settore non governativo (cittadini e aziende) se prima non l’ha speso immettendolo nel sistema ed è l’unico che può farlo (al netto dell’export). L’euro però non funziona certamente così; è di fatto una moneta straniera che gli stati non possono più emettere. Lo può fare solo un Consiglio Direttivo che comprende tutti i dirigenti delle banche centrali dell’eurozona e che agisce in totale autonomia da ogni governo. E a chi dà i soldi ? Ai bisognosi in modo caritatevole, ai ministeri del tesoro degli stati ?.... no !!! Il denaro viene immesso direttamente nelle riserve di banche pubbliche, private e fondi di investimento formali ed informali (speculativi) sia europei che non, compresi anche fondi sovrani. Lo stato che quindi deve spendere per i suoi cittadini e aziende non può più creare il suo denaro, ma dovrà ogni volta bussare alle porte di costoro, che presteranno i soldi ai tassi di interesse che loro decidono. Il debito pubblico pertanto da falso problema che era è ora veramente un problema, con l’euro veramente uno stato può finire i soldi e deve pertanto raccogliere i fondi per saldare i debiti tassando a morte o indebitandosi ulteriormente, la qual cosa però fa calare ancora di più l’affidabilità dello stato, che dovrà pagare interessi ancora maggiori, e quindi dovrà tagliare ancora di più le spese e tassare maggiormente, la qual cosa farà calare sempre di più la domanda aggregata, che farà calare le vendite, i posti di lavoro, il PIL diminuirà ulteriormente, il che peggiorerà ancor di più i bilanci dello stato che con PIL minore avrà meno base imponibile, i finanzieri non si fideranno e alzeranno ancora i tassi di interesse, il che peggiorerà ulteriormente l’economia… insomma, una catastrofe, la cosiddetta spirale deflazionistica che l’Europa non potrà risolvere di cui nel 1992 parlò l’economista inglese Wynne Godley. In tutta sincerità non ho il minimo dubbio nell’affermare che per tutti coloro che ci hanno portato all’interno di questa catastrofe sarebbe necessaria una nuova Norimberga, in quanto hanno avvallato trattati e leggi nazionali che mettono per iscritto l’impoverimento automatico della società. Chiudo con un’ultima curiosità. Sapete come fu scelto il parametro del deficit pubblico annuale obbligatorio del 3% sul PIL, poi ripreso nel Trattato di Maastricht ? Ebbene: “Abbiamo stabilito la cifra in meno di un’ora. E’ nata su un tavolo, senza alcuna riflessione teorica. Mitterand aveva bisogno di una regola facile da opporre ai ministri che si presentavano nel suo ufficio a chiedere denaro […] Avevamo bisogno di qualcosa di semplice. 3% ? E’ un buon numero, un numero storico che fa pensare alla trinità” (Guy Abeille, ex funzionario della direzione del bilancio del governo Mitterand) Oggi questa regola domina le nostre vite, la nostra economia, in quanto lo stato può immettere ricchezza finanziaria al netto nel settore non governativo di cittadini ed aziende solo stando sotto quel tetto, pena multe pesantissime e potete ben capire cosa comporti questo, soprattutto in periodi di recessione in cui la disoccupazione dei paesi europei più poveri è ormai alla soglia del 30%. Comment
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Scritto
in codice HTML da Marco Cavedon in data 31-01-2014
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