Sovranità, libertà, piena
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Vittoria di Emmanuel Macron alle elezioni
presidenziali in Francia. Alcune considerazioni. (di Marco
Cavedon, postato il 10/05/2017). Il 7 maggio 2017 si
sono concluse in Francia le elezioni del nuovo Presidente della Repubblica,
che purtroppo hanno visto trionfare al ballottaggio il “centrista” Emmanuel
Macron (fondatore del movimento “En Marche !”) contro Marine Le Pen, leader
del partito sovranista Front National, con un consenso del 66,1% contro il
33,9% dell’avversaria. Inutile sottolineare il
clima in cui si è svolta questa tornata, con media completamente schierati
dalla parte di Macron, continue violenze (anche il giorno stesso delle
elezioni) da parte dell’estrema sinistra (la
stessa che ora si lamenta della vittoria del cattivo ex banchiere a
servizio delle finanza) e la continua propaganda mistificatoria e bugiarda da
parte dei maggiori partiti politici del mondo occidentale e dei tecnocrati di
Bruxelles. Le Pen è stata
descritta come la cattiva, brutta, populista e fascista che, per il solo
fatto di difendere la libertà del suo popolo, avrebbe distrutto l’Europa e
portato il mondo alle soglie di un nuovo conflitto mondiale, dipinta così
proprio da coloro che quotidianamente si riempiono la bocca di diritti umani,
senza magari mai aver letto cosa sta scritto all’articolo 1 comma 2 della Carta
dei Diritti Fondamentali dell’ONU. Ma per riportare un po’
di ordine, vediamo cosa dice la stessa Wikipedia (fonte non certamente
favorevole alle ideologie politiche eterodosse) sul Front
National. “Il Fronte Nazionale è un partito nazionalista che sovente
viene descritto di "destra populista", sebbene rifiuti
categoricamente tale etichetta, dichiarandosi "un grande movimento
patriottico, né di destra né di sinistra", perché ritiene che entrambe
le polarità siano "neoliberiste". Alla tradizionale dicotomia
destra/sinistra, la leader Marine Le Pen preferisce contrapporre
élites/popolo, dominanti/dominati, alto/basso. Su questo punto anche Fausto
Bertinotti ritiene che lei abbia ragione e che "il suo successo"
nel 2014 sia dovuto "alla comprensione di questo cambiamento". Riguardo ai punti del programma del Fronte Nazionale, in
primo luogo vi è l'uscita dall'Euro per riacquisire sovranità nazionale da
mantenere poi con misure protezionistiche, l'uscita dalla NATO in un'ottica
eurasiatica "da Brest a Vladivostok" e quindi rafforzando l'asse
"Parigi-Berlino-Mosca", il rifiuto delle politiche di austerità,
l'accentramento del potere statale all'insegna dei valori repubblicani e
della laicità, una pianificazione strategica di reindustrializzazione,
l'accesso ad una sanità di qualità per tutti i cittadini francesi, la
priorità nazionale e un piano di sdebitamento pubblico. Inoltre propone una
revisione degli Accordi di Schengen sulla libera circolazione delle persone,
limitando il flusso di immigrati a 10.000 persone l'anno, privilegiando
talenti e innovazione ed espellendo i clandestini. Si oppone al "modello
multiculturalista", alle "discriminazioni positive" e
"differenzialiste" che inficerebbero l'uguaglianza di tutti i
cittadini, al velo e ad altri simboli religiosi nei luoghi pubblici.” Difesa della laicità
dello stato, contrasto alle politiche neoliberiste basate sull’arricchimento
delle elites finanziarie a scapito del 99% della popolazione, protezione
della propria economia, regolazione e non blocco totale dell’immigrazione,
rifiuto delle politiche di austerità…accidenti, il fascismo a quanto pare non
è più quello di una volta, non c’è proprio più religione. E veniamo adesso alle posizioni di Macron,
il bel ragazzotto trentanovenne descritto come il benefattore e il
democratico per eccellenza. Prendiamo sempre come riferimento Wikipedia: “Macron ha sostenuto in modo sostanziale il
libero mercato e la riduzione del disavanzo pubblico. Ha usato pubblicamente
il termine "liberale" per descrivere se stesso in un'intervista di
Le Monde del 2015…Durante una visita alla Vendée nell'agosto 2016, egli
affermò: "L'onestà mi costringe a dire che non sono socialista"…Ha
sostenuto l'accordo globale economico e commerciale (CETA) tra il Canada e
l'Unione Europea e ha criticato il governo vallone per aver tentato di
bloccarlo. Ritiene che il CETA non debba richiedere l'approvazione dei
parlamenti nazionali perché "coinvolge l'UE". Per quanto riguarda
il partenariato transatlantico in materia di commercio e di investimento
(TTIP), Macron ha dichiarato nel giugno 2016 che "le condizioni per
firmare il trattato non sono soddisfatte", aggiungendo che "non
dobbiamo chiudere completamente la porta" e che c'è "necessità di
un forte legame con gli Stati Uniti ". Non esiste più nemmeno
la sinistra di una volta a quanto pare, addirittura l’amicizia con il
“demone” degli Stati Uniti “causa” di tutti i mali del mondo. Senza contare poi le
dichiarazioni alquanto infelici proferite nei confronti dei ceti più deboli,
come quelle
riportate da Adriano Segatori, psichiatra e membro della sezione
scientifica “Psicologia Giuridica e Psichiatria Forense” dell’Accademia
Italiana di Scienze Forensi, in base alle quali gli operai sarebbero degli
“illetterati” e i minatori dei “tabagisti alcolizzati”. Per proseguire con
altre notizie (che certamente i media molto “pluralisti” e molto “corretti”
comunque vi avranno già fornito), vediamo anche le posizioni di Macron circa
integralismo islamico ed identità del popolo francese (che in teoria dovrebbe
comunque difendere visto che si definisce patriota; ma invece come vedremo
tra breve ne nega addirittura l’esistenza). Il 6 Aprile, durante la
campagna presidenziale, la professoressa Barbara Lefebvre, autrice di libri
sull’islamismo, rivelò al pubblico della trasmissione L’Emission Politique su France2 la presenza nel gruppo della
campagna di Macron di Mohamed Saou, che pubblicò su twitter la classica frase
islamista “Non sono Charlie”. Prevedendo un potenziale scandalo, Macron
licenziò Saou ma il 14 aprile, invitato su Beur FM, una stazione radio
musulmana francese, affermò che “lui (Saou) fece un paio di cose un po’
radicali, ma tuttavia Mohamed è un bravo ragazzo”. E’ un caso isolato
quello di Saou ? Nient’affatto. Il 28 aprile Mohamed Louizi, autore del libro
“Perché ho lasciato la Fratellanza Musulmana”, rilasciò un dettagliato
articolo su Facebook (vedi
qui) in cui, riportando nomi e date, spiegò come il movimento politico di
Macron fosse largamente infiltrato da militanti dei Fratelli Musulmani. Il 22 febbraio,
visitando degli espatriati francesi a Londra, Macron disse “La cultura
francese non esiste”. In altre parole, sul territorio francese, la cultura e
le tradizioni francesi non hanno maggiore importanza rispetto quelle
importate tramite l’arrivo di immigrati. Lo stesso giorno a Londra
addirittura arrivò a negare l’esistenza dell’arte francese. Ecco quindi
l’atteggiamento mondialista e relativista che produce alienazione e
sradicamento, negando l’esistenza di diverse culture e delle identità dei
popoli ed arrivando pertanto a negare il loro stesso diritto di esistere.
Chissà parallelamente cosa accadrebbe se al giorno d’oggi un occidentale
facesse gli stessi discorsi nei riguardi di un popolo del terzo mondo,
negando il suo diritto ad essere pienamente se stesso in casa propria. Per
ulteriori informazioni leggi
qui. Ma veniamo ora alla
parte che più ci interessa nell’ambito dell’attività della nostra associazione,
ossia quella economica e lo facciamo guardano quali sono i punti salienti del
programma di Macron (per ulteriori informazioni vedi anche qui,
qui
e qui): -
Riduzione delle imposte che arriverà ad essere di 20 miliardi all’anno
alla fine del quinquennio presidenziale. -
50 miliardi di investimenti pubblici in 5 anni. Ma dove li troverà i
soldi per fare tutte queste “belle” cose ? E’ presto detto: -
Riduzione della spesa pubblica di 60 miliardi all’anno in 5 anni, di
cui 25 miliardi all’anno saranno tagli al sociale (assicurazioni sanitarie e
sulla disoccupazione), altri 25 deriveranno dal taglio del personale
dell’apparato statale (ben 120.000 licenziamenti in 5 anni), altri 10
deriveranno da tagli alle amministrazioni locali. -
Rigoroso mantenimento della soglia deficit/PIL sotto il 3% per tutto il
quinquennio fino ad arrivare ad un deficit strutturale pari allo 0,5% del PIL
nel 2022. -
Introduzione di ulteriore flessibilità (leggasi precarizzazione) nel
mercato del lavoro. -
Trasferimento a livello di azienda delle decisioni sulla durata
dell'orario di lavoro (mantenendo quella legale a 35 ore). Si confermano quindi
tutte le misure economiche tipiche dell’ideologia neoclassica e neoliberista,
che di fatto si basano sulla precarizzazione del lavoro e della tutela del
sociale nel nome della competitività globale e vedono lo stato come
un’azienda che prima di investire deve risparmiare (e sappiamo bene cosa il
risparmio del settore pubblico comporta in macroeconomia) . Ma non tutta la colpa
per l’ascesa al potere di Macron è stata del potere finanziario e mediatico
che controllo l’intero mondo occidentale (anche se questa quota di
responsabilità rimane comunque quella preponderante, assieme ai cliché legati
a concezioni politiche ormai obsolete che non permettono di guardare con
obiettività alla realtà del mondo odierno, quali la dicotomia tra fascismo e
comunismo). Una buona parte è
dovuta anche per demeriti di Marine Le Pen che, in occasione dell’ultimo
confronto televisivo con Macron andato in onda il 3 maggio, si è dimostrata
molto efficace
nell’imporre i temi e nel sovrastarlo con la sua personalità, mentre
nella parte dedicata alle tematiche economiche lo è stata assai di meno. Molto confuse e per
nulla efficaci e coraggiose le idee sull’euro e sulla sovranità monetaria. Le
Pen ha parlato solo di un parziale ritorno alla sovranità monetaria
mantenendo la circolazione di due monete, “l’euro
per le banche e il franco per la gente”. Non molto dissimili le posizioni
della nipote Marion Maréchal Le Pen, come testimonia questa intervista
pubblicata dalla trasmissione “Piazza Pulita” su “La 7” nella puntata del 4
maggio 2017. Ben altre sono le cose
che si sarebbero dovute dire a tal proposito. Una Marine Le Pen
veramente consapevole delle potenzialità di una moneta fiat sovrana avrebbe
saputo ben replicare al candidato “centrista” usando ad esempio i seguenti
argomenti: -
Una Francia nuovamente sovrana della sua moneta non avrà di fatto alcun
limite di spesa. Caro Macron, al posto del tuo “bel” piano di investimenti
pubblici di 50 miliardi spalmati in 5 anni io potrò realizzare un intervento
molto più ambizioso, anche di più di 50 miliardi ogni anno, in quanto il
governo francese sovrano avrà in ogni momento la possibilità di obbligare la
banca centrale a finanziare con nuova moneta ogni sua esigenza. -
Per far ciò non avrò alcuna necessità di effettuare tagli draconiani
ogni anno al welfare come tu invece proponi, anzi, con una nostra moneta
sovrana e fuori dal contesto dei trattati internazionali dell’Europa potrò
ogni anno sia abbattere le tassazione che innalzare la spesa pubblica,
aumentando quindi il deficit per rilanciare la domanda interna, gli
investimenti, la produzione industriale di beni e di servizi e l’occupazione,
fino ad abbattere completamente disoccupazione, sottoccupazione e povertà. -
No caro Macron, la spesa pubblica in deficit, oltre a comportare un
pari aumento della ricchezza del settore privato di famiglie ed aziende, non
causa alcun problema riguardo la solvibilità del governo. Io potrò
indifferentemente decidere di emettere titoli di debito denominati in valuta
sovrana oppure finanziare la mia spesa con nuova moneta creata dalla banca
centrale. Nel primo caso mi finanzierò presso i mercati e nello stesso tempo
aumenterò l’attivo del settore privato che si troverà in mano delle
obbligazioni che frutteranno interessi e mai avrò problemi nell’onorare
questo debito, in quanto denominato nel nuovo franco unità di conto di cui io
ho il monopolio dell’emissione. Nel secondo caso accrediterò direttamente i
conti correnti delle aziende che deciderò di pagare per i più svariati
interventi pubblici quali creazione e manutenzione di infrastrutture, sanità,
polizia, ricerca, istruzione. Creerò quindi maggiore occupazione e pagherò
nuovi e dignitosi stipendi che saranno spesi nell’economia reale e
alimenteranno consumi, produzione e assunzioni anche nel settore privato.
Otterrò ciò anche con un vero e proprio Piano di Lavoro Garantito in settori
importanti quali la tutela dell’ambiente e i servizi alle classi sociali più
deboli (anziani, malati, bambini, ecc.). -
Ancora una volta no caro Macron. Non ci sarà nessuna inflazione
derivante dall’aumento della ricchezza del settore privato. L’inflazione si
ha quando l’offerta di produzione di beni e servizi non è in grado di reggere
la maggiore domanda e questo non è assolutamente il caso dei nostri giorni,
in quanto con una disoccupazione
del 10% siamo in una condizione di
ampio sottoutilizzo dei fattori produttivi. La spesa a deficit deve
rallentare solo quando si è in regime di piena occupazione e quindi una
maggiore domanda non sarebbe compensata da maggiore offerta. -
Non ci sarà nulla da temere circa il fenomeno della svalutazione. I
depositi rimarranno in euro e i cittadini dovranno vendere gli euro alla
banca centrale per acquisire il nuovo franco col quale poter pagare le tasse
ed effettuare ogni acquisto di beni e servizi. Questo causerà una
rivalutazione del franco e non una sua svalutazione ed inoltre porrò subito
in essere una forte regolamentazione del settore finanziario, eliminando il
settore speculativo parassitario e ponendo forti limiti alla possibilità di
vendite allo scoperto (cioè senza possederla veramente) della valuta
nazionale sul mercato dei cambi. Problema comunque che all’inizio non ci sarà
in quanto il nuovo franco sarà una moneta scarsa e ricercata. E anche se ci
dovesse essere svalutazione questo non sarà mai un problema, in quanto ciò
renderà appetibili ancora di più le nostre merci per gli acquirenti esteri,
che con la loro domanda aumenteranno la produzione e l’occupazione interna
fornendoci la loro valuta più forte, che per noi rappresenta un elevato
reddito col quale poter finanziare anche le importazioni. Inoltre la correlazione
tra svalutazione e inflazione interna è un falso mito, perché sulla
determinazione del prezzo finale del bene incidono molti fattori e non solo
il costo delle materie prime. -
Nulla avrà da temere la Francia anche nell’eventualità (remota) che
l’UE ci possa imporre dei dazi sulle esportazioni. La vera ricchezza di ogni
nazione progredita è infatti rappresentata in primis dalla domanda interna
che io potrò sempre tutelare con la spesa a deficit denominata nel nuovo
franco sovrano ed eventuali saldi negativi con l’estero non rappresenteranno
mai un problema in tali condizioni, come dimostrano i casi di nazioni del
tutto paragonabili come prodotto interno lordo alla nostra o addirittura
molto più piccole, quali la Gran Bretagna, l’Australia e la Nuova
Zelanda. Tutte le osservazioni di cui sopra avrebbero potuto dare a Marine
Le Pen molte più chance contro l’avversario. Questo purtroppo però al momento
solo nel mondo dei sogni in quando Emmanuel Macron ha vinto e per ben 5 anni
sarà libero di combinare i suoi disastri, anche se prima di fornire una
valutazione definitiva bisognerebbe vedere quale sarà il risultato delle
elezioni legislative di giugno di quest’anno. Nel frattempo il mio auspicio è che ogni movimento
sovranista al cuore e ai giustissimi messaggi di libertà unisca lo studio e
la proposta di soluzioni valide ed inattaccabili anche da un punto di vista
tecnico ed empirico. Clicca qui per scaricare il pdf. Comment
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